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PER RICORDARE IL VAJONT


A mio parere, a volte è meglio non approfondire solo teoricamente gli argomenti, ma fare esperienze reali nei luoghi della storia, per far sì che non si ripetano gli stessi errori del passato.

Ad esempio la storia del disastro del Vajont è una delle storie più ricordate.

Durante la durata di tutto il triennio, e anche durante i cinque anni delle elementari, abbiamo discusso spesso della vicenda del Vajont, che ha causato la morte di quasi 2000 persone. Già dalla 4^ elementare abbiamo iniziato a vedere film e a documentarci sui fatti realmente accaduti. Ma quest’anno i nostri professori hanno deciso di portarci a vedere dal vivo i luoghi in cui questa tragedia ha avuto luogo.

Che cosa è accaduto in effetti al Vajont? Il 9 ottobre del 1963, un pezzo enorme di montagna si è staccato ed è precipitato nel sottostante lago artificiale bloccato da una altissima diga, creando un onda di 250 metri di altezza che ha scavalcato la diga e si è riversata sui paesi sottostanti, spazzandoli via e uccidendo 1917 persone, di cui 400 circa bambini fino ai 15 anni.

Questa tragedia potrebbe essere attribuita ad una causa naturale, ma in realtà non è così e c'è lo "zampino" dell'uomo; infatti purtroppo gli ingegneri della SADE (ente che stava costruendo la diga) erano stati ripetutamente avvertiti del rischio che parte del monte franasse, e se avessero voluto avrebbero potuto salvare la maggior parte (se non tutte), le persone, che invece sono morte.

A partire dall’inizio dell’anno nelle ore di antologia ci siamo dedicati a comprendere le cause della strage, attraverso letture e testimonianze riportate sui nostri libri di testo, e come conclusione dell'argomento abbiamo svolto un’uscita di tutta la giornata, durante la quale abbiamo visitato un museo e abbiamo visto realmente com’è la diga, salendoci anche sopra e vedendo chiaramente la massa della parte di montagna che si è staccata e che è finita nel lago.

Noi in classe avevamo già discusso molto dell’argomento, ma ovviamente è stato molto più impressionante vedere il luogo in cui è davvero avvenuta la strage. La parte più toccante è stata salire sulla diga e provare ad immaginarsi l’acqua che la scavalcava e che, spazzando via i paesi sottostanti, si riversava nel canyon.

Appena siamo arrivati le due guide ci hanno raccontato un po’ la storia del Vajont, (una delle due aveva sette anni quando c’è stata la strage e l’ha vissuta in prima persona), e ci hanno spiegato perché non si sono salvate più persone. Dopo una breve spiegazione siamo saliti fisicamente sulla diga e abbiamo ammirato il paesaggio mozzafiato che anche con la pioggia era fantastico. Dopo di questo abbiamo visitato il museo e lì soprattutto abbiamo capito l’ingiustizia che c’è stata nella vicenda, anche dal punto di vista giuridico, infatti è stata effettivamente punita una sola persona con soli due anni di carcere, anche se l’accusa era, prima di omicidio colposo, e poi di omicidio vero e proprio.

Secondo me è giusto che i ragazzi abbiano la possibilità di vedere con i loro occhi i luoghi in cui si è svolta la strage perché a volte è meglio toccare con mano e fare esperienze nei luoghi della storia, per far sì che non si dimentichi niente e che la storia rimanga impressa nella mente delle nuove generazioni, così che possa essere un monito per non ripetere gli stessi errori.

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